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DOCUMENTARI IN CONCORSO e FUORI CONCORSO

Dopo il successo della prima edizione nel 2005 il Concorso riservato ai documentari si presenta già come uno degli appuntamenti centrali del Trieste Film Festival.
È ormai del resto una tendenza internazionale consolidata quella dell’affermarsi del documentario narrativo e d’autore, non più quindi documentario come reportage o inchiesta giornalistica, ma come racconto del reale, come approfondimento necessario della realtà in cui viviamo attraverso storie esemplari ed appassionanti quanto e più della fiction.
L’edizione 2006 ospita 17 titoli in concorso di formati e durate diverse (corti, medi e lungometraggi). Ma oltre al concorso è presente anche una sezione speciale: a distanza di 15 anni dall’inizio di quel tragico evento che è stata la guerra nell’ex-Jugoslavia vengono presentati alcuni documenti eccezionali: 2 film di produzione croata (con partecipazione serba), uno sulla definitiva ricostruzione dell’eccidio di Srebrenica (Izvan razumne sumnje - Al di là di ogni ragionevole dubbio) e l’altro sulle atrocità commesse nella prigione di Lora a Spalato (Lora. svjedočanstva - Lora. testimonianze), ma anche una serie TV tuttora “in progress” che è già stata considerata come uno degli avvenimenti televisivi di questi anni. Ha per titolo Videoletters e in ogni episodio racconta storie di persone comuni separate dai nuovi confini, fisici e mentali, imposti dalla guerra e ricongiunte oggi attraverso appunto lo scambio di “videolettere”. A Trieste si vedranno in anteprima i primi 6 episodi della serie.
Nel Concorso di quest’anno sembrano invece predominare (forse proprio in reazione a una realtà sociale così complessa e spesso drammatica) la satira, l’(auto) ironia, la leggerezza.
In Knjiga recorda Šutke (Il libro dei record di Šutka) il racconto delle “stranezze” degli abitanti di un villaggio macedone sembra uscito direttamente dalle fiction più sfrenate del miglior Kusturica, in Sasvim lično (Del tutto personale) il regista bosniaco Nedžad Begović traccia un ritratto irriverente della sua Sarajevo (e della sua personale biografia) con devastante ironia, in Reality Shock (Shock da realtà) ad essere vista con taglio sarcastico è la reazione di una Polonia sperduta e rurale all’adesione all’UE, in Georgi i peperudite (Georgi e le farfalle) sotto tiro è la nuova imprenditoria dei paesi ex-socialisti attraverso la vicenda di un vulcanico direttore di un istituto psichiatrico in Bulgaria.
E con leggerezza sono visti anche argomenti in apparenza più gravi, se non decisamente “neri”: The Angelmakers (Le creatrici di angeli) è la ricostruzione di un’incredibile vicenda avvenuta in un villaggio ungherese dove molte donne si sono trasformate in serial killer dei loro uomini, Oyun (La rappresentazione teatrale) racconta della meno cruenta, ma non per questo meno aspra, lotta delle donne turche verso l’emancipazione attraverso la storia dell’allestimento di una pièce tutta femminile in un paese dell’Anatolia, il ceco Zdroj (La fonte) indaga sulle “anomalie” politico-sociali di uno stato come l’Azerbaijan non a caso finito recentemente nelle cronache della stampa internazionale.
I due titoli italiani della selezione rientrano, da parte loro, in questa tendenza: Trubačka Republika (La repubblica delle trombe) di Stefano Missio è un viaggio divertito (ma non privo di riferimenti sociali) tra le famose kermesse musicali della Serbia di oggi, mentre Makina fluturuese di Gianluca Paliotti è la poetica descrizione di un villaggio albanese visto dalla parte dei bambini.
Un’altra direzione del documentario di oggi che sarà molto presente anche nella selezione di Trieste è la ricostruzione storica attraverso percorsi personali e autobiografici. In Odessa…Odessa c’è la storia di una doppia immigrazione, quella degli ebrei ucraini verso gli USA e poi Israele, in 2 Oder 3 Dinge, Die Ich Von Ihm Weiss (Due o tre cose che so di lui) c’è uno straordinario confronto di un cineasta tedesco con la memoria del padre, ufficiale nazista, mentre Neue Welt (Nuovo mondo) è un viaggio suggestivo nei luoghi che furono dell’impero austro-ungarico con una tappa, naturalmente, proprio a Trieste ed immagini d’archivio del primo novecento estremamente curiose.
Da non trascurare infine, la grande scuola documentaristica russa qui presente tra l’altro con alcuni grandi cineasti, da Alexandr Gutman a Sergej Loznica a Pavel Lounguine (autore di un bel lungometraggio, La maison haute (La casa alta), sulla Storia - e le storie private – degli abitanti di uno dei grattacieli moscoviti voluti da Stalin). (Fabrizio Grosoli)


2 oder 3 Dinge die Ich von ihm Weiss di Malte Ludin, Germania
mar/tue 24, 22:00 Sala Excelsior

The Angelmakers di Astrid Bussink, Regno Unito - Ungheria - Paesi Bassi
dom/sun 22, 15:00 Sala Azzurra

Dzieci z Leningradzkiego di Hanna Polak, Andrzej Celiński, Polonia
dom/sun 22, 20:30 Sala Azzurra

Fabrika di Sergej Loznica, Russia
dom/sun 22, 20:30 Sala Azzurra

Georgi i peperudite di Andrej Paounov, Bulgaria
dom/sun 22, 15:00 Sala Azzurra

Knjiga rekorda Šutke di Aleksandar Manić, Serbia e Montenegro - Repubblica Ceca - Finlandia
mar/tue 24, 17:15 Sala Excelsior

La maison haute di Pavel Lounguine, Francia - Regno Unito
dom/sun 22, 22:30 Sala Azzurra

Makina Fluturuese di Gianluca Paliotti, Italia
ven/fri 20, 22:30 Sala Azzurra

Neue Welt di Paul Rosdy, Austria
ven/fri 20, 17:00 Sala Excelsior

Odessa … Odessa di Michale Boganim, Francia – Israele
sab/sat 21, 22:30 Sala Azzurra

Oyun di Pelin Esmer, Turchia
lun/mon 23, 22:30 Sala Azzurra

Reality Shock
di Stanisław Mucha, Germania – Polonia
mer/wed 25, 22:30 Sala Azzurra

Sasvim lično di Nedžad Begović, Bosnia Erzegovina
mar/tue 24, 15:00 Sala Azzurra

Solnečnaja storona trassy di Aleksandr Gutman, Russia
dom/sun 22, 20:30 Sala Azzurra

Trubačka republika di Stefano Missio, Italia
ven/fri 20, 22:30 Sala Azzurra

Unter Uns Ist Japan di Heiko Aufdermauer, Germania
lun/mon 23, 22:30 Sala Azzurra

Zdroj di Martin Mareček, Repubblica Ceca
lun/mon 23, 15:00 Sala Azzurra
 

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