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TFF20 - INSOSTENIBILI LEGGEREZZE
TFF20 -
INSOSTENIBILI LEGGEREZZE DELL'EST - CRONACHE DAL FESTIVAL |
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Incontri con gli
autori
Mattinata ricca di ospiti quest’oggi all’Urban Hotel. In numerosi
sono accorsi alle ore 11.00 al quotidiano appuntamento con gli
autori.
Il primo a rispondere alle domande del pubblico e della stampa è
stato Massimo Zamboni, artista eclettico che
domenica ha presentato in anteprima assoluta il suo spettacolo
Sonata a Kreuzberg – Proiezione scoppio e nuova fuga nella Berlino
dei muri. Il musicista emiliano ha raccontato come l’idea per
questa opera originale risalga al lontano 1981, anno in cui, come
molti giovani d’allora era nato in lui un grande interesse per
questa città dalla storia tanto particolare. Fu proprio a Berlino
che Zamboni ebbe l’incontro fortuito con i futuri membri dei CCCP
(successivamente CSI) e che segnò quindi un momento fondamentale
nella sua vita e carriera d’artista.
Il progetto dell’artista emiliano rientra nell’ambito di
"Tracce di Muro. Per una memoria visiva del muro di Berlino
(1961-1989)", un omaggio a tutto ciò che il muro ha
rappresentato e ancora rappresenta a vent’anni dalla sua caduta.
Zamboni spiega di aver tratto ispirazione da tutte le diverse forme
artistiche e dal modo in cui interagiscono fra loro, sfruttando le
parole per raccontare delle storie e la musica e le immagini per
esternare i sentimenti più intimi. In questo modo ha dato vita ad
uno spettacolo multi-sfacettato che spera di riuscire a portare in
tournée presto nel resto d’Italia.
È poi intervenuto il regista Panos Karkanevatos,
che fa parte del gruppo di artisti ospitati dal festival di
quest’anno nella sezione dedicata al cinema greco:
un modo per dar voce al meglio della produzione ellenica degli
ultimi due decenni, anni cruciali di cambiamento del paese. I film
presentati tendono a rappresentare la società greca con un realismo
spesso molto marcato, lontano dal desiderio di soddisfare i gusti
delle masse o di presentare una cartolina attraente ed artefatta.
Subito dopo, l’attesissimo regista ungherese Kornél
Mundruczó ha spiegato che con il suo Delta non ha
voluto imporre un messaggio intellettuale, ma presentare una storia
naturale e primitiva strutturata come una tragedia, con attori non
professionisti lasciati liberi di agire in autonomia. Una storia dai
toni dark, dove c’è spesso un forte contrasto fra grande luce e buio
profondo, tra la natura affascinante e pacifica e la tragedia. La
bellezza della natura si accompagna all’ingenuità dei personaggi che
non sanno a cosa stanno andando incontro, a differenza del pubblico
che ha potuto intuire da subito sviluppi funesti.
Mundruczó racconta come il premio vinto al festival di Cannes lo
abbia reso una celebrità nel suo paese, anche se ciò ha comportato
una maggiore intransigenza da parte della critica cinematografica
locale e (suo malgrado) un obbligo implicito di coinvolgimento
nell’ambiente politico nazionale.
Elma Tataragić, co-sceneggiatrice e produttrice di
Snijeg, spiega la scelta dell’ambientazione del film: "la
piccola comunità rappresenta la popolazione bosniaca, mentre il
villaggio è metafora per l’intero paese". Snijeg è un
manifesto sulla libertà di scelta, di poter vivere i propri sogni,
anche se talvolta possono finire col trasformarsi in incubi, e come
afferma la direttrice di Alpe Adria Cinema, Annamaria
Percavassi: "si tratta di un film che come pochi racconta
la forza delle donne, che tengono alle loro radici e vogliono
mantenerle".
È stato poi il momento di Helke Sander e il suo
La personalità generalmente ridotta, film che fa anche’esso
parte della rassegna dedicata al ventennale della caduta del muro di
Berlino. La regista tedesca ha voluto con la sua opera documentare
la città, il muro, ma soprattutto gli elementi che sono liberi di
oltrepassare ogni barriera costruita dall’uomo.
La mattinata si è conclusa con i protagonisti della sezione
“Zone di Cinema” dedicata alle opere sviluppatesi nel
nostro territorio: Fredo Valla con Storie di
uomini dal fondo, Fabiola Faidiga ed
Ennio Guerrato autori di Il guardiano della memoria,
Eva Ciuk con il suo Chi è Cappuccetto Rosso?
ed infine Nicole Leghissa regista di La debole
corrente: Pietro Savorgnan di Brazzà, eroe bianco nell’Africa nera.
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Masterclass:
Dinko Tucaković
L’ultima lezione
è stata quella di Dinko Tucaković, più volte ospite
del festival in qualità di regista. Tucaković è anche docente di
cinematografia presso la Facoltà di Arti Drammatiche dell’Università
di Belgrado, Presidente della Jugoslovenska Kinoteka e collaboratore
di riviste internazionali, quali Positif e Sight and Sound.
La masterclass è
iniziata con l’ausilio delle immagini ed una breve introduzione
sulla storia del cinema, e si è poi sviluppata incentrandosi sulle
prove d’esordio di grandi registi, quali ad esempio, Martin Scorsese
e Wim Wenders. "Tipico
dei film degli studenti è di voler mettere dentro di tutto, troppe
cose tutte assieme allo stesso tempo" è stata l’osservazione del
docente bosniaco.
Tucaković,
continuando a parlare dei film di diploma, risponde sui B-movies,
snocciola impressioni e consigli sull’ambiente cinematografico:
"Questa non è una professione salutare, dare interviste, essere alla
moda, bere con le persone giuste….ma tutto questo non fa parte del
mio modo di essere".
Ultimo
appuntamento delle Masterclass, per quest’anno, facenti parte del
progetto Eastweek. Progetto che ha previsto attorno
alle Masterclass anche altre occasioni di confronto con gli studenti
e che continuerà con ulteriori collaborazioni e stanziamento di
fondi grazie al supporto della CEI – Central European
Initiative.
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Photogallery:
19.01.2009
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