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LO SCHERMO TRIESTINO: GIACOMO GENTILOMO
Terzo tappa del progetto in collaborazione realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste.
Regista a lungo dimenticato, Giacomo Gentilomo ha attraversato il cinema italiano affrontando i generi più diversi, dagli adattamenti letterari al cinema mitologico, dal mélo al biografico, passando per il documentario, in una continua contaminazione di registri e stili che hanno caratterizzato tutto il suo percorso artistico. Pochi conoscono il suo nome, ma sono moltissimi quelli che hanno visto, spesso senza saperlo, i suoi film: opere come ‘O sole mio e I fratelli Karamazoff, classici del cinema parrocchiale, come i due Macisti a tinte horror e psichedeliche (Maciste e la regina di Samar e Maciste contro il vampiro), feuilleton come La cieca di Sorrento (solo per citare qualche titolo) sono parte dell’immaginario collettivo di generazioni di italiani e di tutti gli appassionati del cinema di genere. Costretto troppo spesso a misurarsi con budget  ridicoli e a muoversi entro gli steccati rigidi del cinema “popolare” Gentilomo rimane un artigiano di grande inventiva e un manipolatore di miti che hanno creato l’identità del bel paese, da Brenno a Caruso.
L’omaggio del Trieste Film Festival, che gli dedica una retrospettiva antologica, e la pubblicazione di un volume che ne ricostruisce la carriera, costituiscono un doveroso atto di riconoscimento e, insieme, di risarcimento, reso dalla città nella quale è nato e si è formato, proprio in occasione del centenario della sua nascita, avvenuta nel 1909.
Parte integrante dell’omaggio, una mostra dedicata all’opera pittorica di un poco conosciuto Gentilomo surrealista.

BRIVIDO (1941)
CORTOCIRCUITO (1943)
‘O SOLE MIO! (1945)
I FRATELLI KARAMAZOFF (1947)
ATTO DI ACCUSA (1950)
LA CIECA DI SORRENTO (1953)
UN GENTILUOMO DEL CINEMA - Fulvio Toffoli (1986)


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