X edizione Trieste, 17 - 24 gennaio 1999

SEZIONE RETROSPETTIVA: "Onde dell'altra riva. Intorno agli anni '60"

I film
Una premessa per tre rassegne monografiche

“Onde dell’altra riva” è in realtà un falso: a ben guardare la carta geografica, Trieste sta dalla stessa parte dell’Adriatico che bagna le coste della Slovenia e poi della Croazia, del piccolo sbocco marino della Bosnia-Erzegovina, e ancora del Montenegro e via proseguendo verso il sud. É il primo salto mortale che si è fatto con questa rassegna: porsi verso questi paesi facendo proprio anche lo sguardo dell’Italia e magari dell’Europa.
Ma chiaramente quell’ ”altra riva” si riferisce anche alla rassegna dell’anno scorso, a quella rivelatoria “Onda nera” in cui era soprattutto rappresentato il cinema serbo, e con una certa ampiezza quello sloveno.
Si è quindi voluto ritagliare quest’anno, aldilà di qualsiasi delimitazione classica dell’area di Alpe Adria, uno spazio geografico, politico, culturale che ha una storia in comune ma anche molte differenze.
L’anno scorso non si è temuto di dar fede agli svelamenti nazionali: si è detto che un certo tabù sulle caratteristiche nazionali anche dentro il cinema si era ottusamente accompagnato a delle alchimie costituzionali e politiche senz’altro ben intenzionate.
Quest’anno ne avremo ulteriori conferme. Perciò si vuole sottolineare che all’interno della sezione retrospettiva vi sono tre distinte rassegne monografiche, più una zona interstiziale di “Terre di nessuno” che rende i giochi meno schematici.
Tre rassegne con caratteristiche molto diverse, anche sul piano quantitativo, per cui sembra giusto rinviare ai discorsi che vengono fatti per ciascuna di esse.
Occorre solo aggiungere che la cronologia è molto diversa da quella dell’anno scorso, che si presentava come parte del movimento internazionale delle “nouvelle vague” anni 60. Stavolta gli anni 60 vengono assunti a centro di gravitazione di una consapevolezza del cinema riguardo alla propria storia e alla propria natura. Ma attorno a questo centro i valori più alti possono rivelarsi sia prima che dopo, ed è essenzialmente tutto il cinema di questo secondo dopoguerra a essere percorso dalla nostra ricerca. Questa non teme di affidarsi alla bussola della passione, trascurando il rischio d’ingannarsi. Aldilà delle ragioni contorte per cui centra la nostra attenzione, anche il cinema, di questo o di quel paese, di questo o di quell’autore, non si può nemmeno vedere se non cercando di amarlo.
Ora che le ricerche hanno prodotto questa rassegna (o pluralità di rassegne) la cosa più importante sarà quanto il gioco dei palinsesti diventerà spettacolo, quanto la bellezza dei singoli film toccherà l’un l’altro, quanto gli sguardi di chi in questi mesi li ha guardati, pensati, caricati, si prolungheranno in altri sguardi.
Il catalogo, che non è uno studio generale di nessuna delle cinematografie in questione, può solo cercare di presentare questi oggetti nel modo meno inerte, come parti della verità e della bellezza che cerchiamo (troviamo ?) ovunque.

Sergio Grmek Germani
Mila Lazic
curatori di sezione

La Sezione retrospettiva si articola in 21 programmi in pellicola (21 lungometraggi e 92 cortometraggi) e 16 programmi video (69 lavori).