Incontri all’Urban Hotel Design

Il primo degli incontri del Trieste Film Festival riguardava il progetto Eastweek. A presentarlo c’erano la curatrice Elena Giuffrida e anche due grandi registi: Marta Mészáros e Jerzy Stuhr. Con due così grandi personalità spesso già ospiti del festival era inevitabile che l’incontro si trasformasse in una bella chiacchierata più che una semplice formalità.

Stuhr ha innanzitutto ringraziato Elena Giuffrida per averlo chiamato qualche mese fa per partecipare a questo progetto, in cui lui si è definito consigliere più che docente. “Voglio dare consigli pratici, tutte le professioni nel cinema sono basate sulla pratica, e se posso dare consigli, spero siano utili. È un orgoglio essere qui come amico del festival, ed io mi sento tra amici”.  Infatti è proprio nello spirito del festival creare un’atmosfera amichevole, che renda semplice il contatto con gli attori, i registi e il pubblico. Anche per questa ragione le lezioni sono ad ingresso libero.

La direttrice Annamaria Percavassi durante la presentazione ha voluto evidenziare la scelta di avere una regista donna tra i docenti della Masterclass. La regista ungherese ha ricevuto lo spunto per raccontare i suoi inizi, avvenuti nel 1968 e di come fosse inusuale,allora, essere una regista donna. “Quando nel 1975 vinsi l’Orso d’oro a Berlino, c’era una sensazione strana, come oggi quando vediamo un film diretto da Madonna; i pregiudizi sui film diretti da donne erano molti”.

Il secondo incontro della mattinata prevedeva la presentazione di una nuova casa editrice triestina, ma che di sicuro ha orizzonti molto lontani da cui attingere. Si tratta della casa editrice Beit di Piero Budinich, traduttore, germanista, storico collaboratore della rassegna triestina.