Cronache dal festival - 23 gennaio 2011
 

Giornata affollatissima di pubblico, quella di ieri al Teatro Miela. Fino alle ore piccole, le sale del Teatro sono state benevolmente assalite da spettatori entusiasti, che hanno sfidato anche la bora e le code pur di assistere alle proiezioni in programma. Oggi è domenica, il sole risplende, il cielo è terso e un'altra lunga giornata di cinema ci attende.  Si inizia alle 11.00 con PREDSTAVLENIE di Sergei Loznitsa (il cui esordio al lungometraggio, Scast'e moe, presentato ieri sera in prima serata, ha registrato il tutto esaurito). Un documentario molto particolare e curioso, frutto di un lavoro certosino su filmati di propaganda sovietici degli anni '50 e '60, che restituisce perfettamente lo spirito dell'epoca. Alle 14.00 torna Helena Třeštíková con il suo ultimo documentario d'osservazione a lungo termine. Dopo l'omaggio che il festival le ha tributato nella scorsa edizione, quest'anno la regista è presente in concorso con KATKA, in cui segue per anni la discesa agli inferi di una tossicodipendente ceca e la sua ricerca di una vita migliore. Alle 14.30 un altro gradito ritorno al festival, quello del grande regista ceco Jiří Menzel, che si offrirà al pubblico del festival in una MASTERCLASS sul suo lavoro di regista. Alle 15.30, il secondo appuntamento con il concorso cortometraggi: due ore e mezzo di compilation per tutti i gusti. È poi con grande piacere che il festival presenta il primo dei 4 film del regista Dušan Hanák,  maestro della cinematografia slovacca, grande documentarista, autorevole rappresentante della "nova vlnà", autore critico e scomodo per il regime che per anni ha congelato le sue opere di denuncia (tra cui i quattro famosi, ma poco visti, film che presentiamo in questa rassegna). Oggi, alle 18.30, l'autore presenterà al pubblico RUŽOVÉ SNY, film del '76 che racconta la storia d'amore tormentata fra il postino e Jakub e la zingara Jolanka. Un invito a superare le differenze sociali e a prendere la vita per quello che ha di buono da offrire ogni giorno. La serata è interamente dedicata al concorso lungometraggi. Si comincia alle 20.30 con KRANKHEIT DER JUGEND del tedesco Dieter Berner, in cui entreremo nella vita quotidiana di sette studenti di medicina che vivono insieme in una casa alla periferia di Berlino. Coinvolti in una pericolosa spirale di potere, droga e sesso, hanno un'unica speranza di salvarsi: crescere e diventare borghesi... Per chiudere questa lunga e intensa giornata di cinema, sempre in concorso, PÁL ADRIENN della regista ungherese Ágnes Kocsis. Un'infermiera obesa che lavora nel reparto terminali di un ospedale inizia un viaggio alla scoperta di sé attraverso i tortuosi sentieri della memoria.   Come sempre consigliamo di arrivare al teatro con un po' di anticipo. Per il resto, facciamo tutto noi!     

INCONTRI STAMPA
La prima parte dell'incontro di questa mattina è stata interamente dedicata al concorso cortometraggi, con le curatrici Tiziana Ciancetta ed Elena Giuffrida che hanno fatto conoscere al pubblico alcuni degli autori presenti al festival.  In apertura la presentazione da parte dei registi Antonio Piazza e Fabio Grassadonia del loro cortometraggio Rita. I due, sceneggiatori di lunga esperienza che in passato hanno lavorato anche per Fandango e Filmauro, sono alla loro prima regia. I due hanno raccontato di aver fatto questa scelta dopo lunghi anni di frustrazione lavorativa, durante i quali si erano sempre sentiti inutili ingranaggi di un sistema che privilegia l’aspetto commerciale del cinema, a discapito del punto di vista artistico. Dopo la vittoria nel 2007 del Premio Solinas per la sceneggiatura di Salvo, i due si sono lanciati alla ricerca di finanziamenti esteri partecipando a vari workshop. Trovati i produttori, è iniziato il viaggio di Rita, storia di una bambina non vedente di Palermo e assaggio di quello che sarà il loro lungometraggio, centrato anch’esso su una donna non vedente e le cui riprese – si augurano – inizieranno la prossima estate. Era poi presente il regista di Žuti mjesec, Zvonimir Jurić, che presenta per la seconda volta una sua opera al Trieste Film Festival. L’anno scorso, infatti, in concorso lungometraggi c’era Crnci (girato con Goran Dević), scelto poi dalla Croazia per rappresentare il paese all’Oscar per il Miglior film in lingua straniera. Il suo stile di fare regia è caratterizzato da un rapporto molto intimo con gli attori, con i quali costruisce il film strada facendo. Anche nel caso i questo lungometraggio, Jurić ha spiegato di non essersi basato su una sceneggiatura precisa, ma di aver semplicemente messo su carta delle idee che poi ha sviluppato insieme al cast, tutto al femminile. Un ritratto molto tenero e per nulla banale di come due donne affrontano il dolore. A seguire il regista Nenad Mickalacki, autore di Zu Hause, coproduzione serbo-tedesca finanziata dalla fondazione Robert Bosch, che ogni anno indice un premio per un progetto di coproduzione tra un paese europeo dell’est e uno dell’ovest.  Un cospicuo budget di partenza che ha permesso a Mickalacki di girare in 6 giorni nella sua Novi Sad la storia parallela di due realtà: quella tedesca e quella gitana. Dove tra passato e presente le esperienze di emarginazione si compenetrano, dove la paura verso chi è diverso sembra un ciclo continuo, che nonostante la globalizzazione rimane sempre presente nel racconto dell’Europa stessa.  Presentato anche il cortometraggio Zweihundertfunf, primo lavoro della giovanissima regista tedesca Clara Stern. Una storia, raccontata in soli quattro minuti, che ci offre la possibilità di metterci in contatto con quel fanciullo che è in tutti noi e che desidererebbe conoscere tutto ed essere in ogni luogo. Pensiero che anche la regista ha condiviso e che le appartiene, forse perché – ha spiegato – è cresciuta con due fratelli maggiori che le narravano storie di mondi e posti lontani.  Clara Stern sta attualmente lavorando alla post-produzione di un nuovo corto ed è impegnata nell'ultimazione della scrittura di una nuova sceneggiatura. Dopo questa ampia panoramica sul concorso cortometraggi, è stata la volta dell'evento speciale di Muri del suono, Wszytsko, co kocham – All That I Love, lungometraggio di fiction che è stato presentato non dal regista Jacek Borcuch, ma dai distributori italiani di Atlantide Entertainment. Occasione eccezionale, come ha sottolineato la curatrice della sezione Giovanna Tinunin, in quanto sono ben note le difficoltà che le cinematografie dei paesi indagati dal festival incontrano quando si tratta di arrivare nelle sale del nostro paese. È stato quindi un piacere ascoltare dalla viva voce dei distributori Cosimo Santoro e Mario Galasso come si siano innamorati del film e come siano arrivati alla scelta di proporlo al pubblico italiano (l'uscita in sala è prevista per fine aprile in un circuito di sale selezionate e rigorosamente in lingua originale con i sottotitoli). Santoro ha spiegato che l'interesse principale nei confronti del film (che, lo ricordiamo, è stato il primo polacco a essere selezionato in concorso nella storia del Sundance ed è stato anche candidato dal suo paese a concorrere per l'Oscar come Miglior Film in lingua straniera) è nato dalla voglia di far conoscere meglio un periodo quello dei primi anni '80 in Polonia. Momento storico di cui si parla poco, nonostante l'importanza che movimenti sociali ed eventi politici come la diffusione di Solidarnosc hanno avuto nel successivo crollo dell'Unione Sovietica come sistema politico e di valori. Poi, ha continuato Santoro, l'altro aspetto che ha giocato molto nella scelta di “sfidare” in un certo senso il mercato con un film polacco è stato il suo intrecciare piani diversi, unendo racconto di un'epoca, musica e storia d'amore fra due giovani le cui famiglie sono politicamente schierate su fronti opposti. Commistione e intreccio che fanno del film una sorta di Romeo e Giulietta in salsa punk, un affresco del modo istintivo ed estremistico con cui viene vissuta l'adolescenza su uno sfondo di grandi rivolgimenti sociali


 
Photogallery: 23 gennaio / January 23rd (gallery completa su Facebook/more photos on our Facebook Page)

Nicoletta Romeo,Andrea Roberti (co-sceneggiatore/co-screenwriter,PÁL ADRIENN)

Stella Hilb (attrice/actress),Nicoletta Romeo,Hilde Berger (sceneggiatrice/screenwriter)

Stella Hilb (attrice/actress),Nicoletta Romeo,Hilde Berger (sceneggiatrice/screenwriter)

Dušan Hanák, regista / director

Dušan Hanák, regista / director

Annamaria Percavassi, Anna Perissutti, Dušan Hanák

Annamaria Percavassi, Anna Perissutti, Dušan Hanák, Nicoletta Romeo

JIŘÍ MENZEL - Masterclass

JIŘÍ MENZEL - Masterclass

Mario Galasso (Atlantide Entertainment), ALL THAT I LOVE

Mario Galasso, Cosimo Santoro (Atlantide Entertainment), ALL THAT I LOVE

Sebastian Thaler, DOP (ZWEIHUNDERTUNDFÜNF)

Clara Stern, regista / director (ZWEIHUNDERTUNDFÜNF)

Clara Stern, regista / director (ZWEIHUNDERTUNDFÜNF)

Clara Stern, regista / director (ZWEIHUNDERTUNDFÜNF)

Tiziana Ciancetta, Nenad Mikalački, Elena Giuffrida

Nenad Mikalački, regista/director (ZU HAUSE)

Zvonimir Jurić,regista/director (ŽUTI MJESEC)

Tiziana Ciancetta, Zvonimir Jurić, Elena Giuffrida

Zvonimir Jurić (ŽUTI MJESEC)

Elena Giuffrida

Antonio Piazza,Fabio Grassadonia

Tiziana Ciancetta,Antonio Piazza,Fabio Grassadonia,Nicoletta Romeo

Q & A, Rita

     
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