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16^ edizione,
sezione:
omaggio Viktor Kosakovskij / a homage to victor kosakowsky
BELOVY
I BELOV / THE BELOVS

Viktor Kosakovskij


Russia
1993 35mm, b-n / b-w, col., 58’
v.o. russa / Russian o.v.


Fotografia / Photography: Viktor Kosakovskij, Leonid Konovalov. Montaggio / Editing: Viktor Kosakovskij. Suono / Sound: Galina Pozeljeva, Leonid Lerner. Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: St. Petersburg Documentary Film Studios.

Il film si apre su Michail Fëdorovic Belov che ci parla del potere curativo della saliva del suo cane. In quella successiva, il regista ci porta in un viaggio lungo il fiume, la mdp sulla barca, fino al punto in cui ‘il fiume ha inizio’ e a un piccolo villaggio russo dove Michail vive poveramente con sua sorella Anna. Michail passa le sue giornate bevendo, imprecando contro sua sorella, ed esponendo le sue soluzioni filosofico-politiche per risolvere il problema della povertà nel mondo. Anna, rimasta vedova per due volte e con il rimpianto di non aver sposato il suo primo amore, ricopre di attenzioni ‘materne’ gli animali della sua fattoria. Kosakovskij ha trascorso alcuni mesi con questa strana coppia prima di iniziare a girare. Così quando le riprese hanno inizio Michail e Anna hanno un atteggiamento naturale, anche quando altri due fratelli vengono in visita e insistono a mantenere un certo ‘comportamento’ di fronte alla mdp. Canzoni popolari hindi, sudamericane e nordamericane danno un contorno sorprendentemente spensierato a questa ‘esistenza’ russa senza speranza, di cui Kosakovskij ci dà un ritratto affettuoso e senza tempo.

In the first sequence, Michail Feodorovich Belov speaks to the camera about the healing power of his dog’s saliva. In the second, the director takes us on a journey over a river, shot from a boat, to the place “where the river begins” and in a small Russian hamlet where Michail is eking out an existence with his sister Anna. Michail spends his days drinking, cursing out his sister, and presenting his philosophical and political solutions to the world’s misery. Anna smothers the farm animals with motherly affection, being a two-time widow and regretting not having married her first love. Kosakovsky spent months with this unusual couple before shooting, and was rewarded with a complete absence of façade when the filming actually began, even when two other siblings came to visit and insisted on some etiquette. Hindi, South American and North American popular songs form the surprisingly lighthearted contours of this rather hopeless Russian existence, out of which Kosakovsky crafts a timeless and caring monument.

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