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Trieste, 1/26/2006
PROCLAMATI I VINCITORI DELLA 17.MA EDIZIONE DI TRIESTE FILM FESTIVAL.

QUESTA SERA ALLE 20.00 AL CINEMA EXCELSIOR SARANNO ASSEGNATI I PREMI

TRIESTE – Proclamati, nel corso della conferenza stampa odierna al Caffè degli Specchi, i vincitori della 17.ma edizione di Trieste Film Festival: la cerimonia ufficiale di premiazione si svolgerà oggi alle 20.00 al Cinema Excelsior.
Per il concorso lungometraggi, la Giuria Internazionale composta da Andrea Fornari (Italia), Judit Pintér (Ungheria) e da Jelka Stergel (Slovenia), ha assegnato il Premio Trieste (5.000 euro), offerto dal Comune di Trieste per il Miglior Lungometraggio in concorso, a Moartea domnului Lazarescu (La morte del signor Lazarescu) del rumeno Cristi Puiu, presentato al festival in anteprima nazionale. Questa la motivazione della giuria: “Perché è un film che sa trattare di problemi universali partendo da una storia comune. Con uno stile documentaristico e un linguaggio coerente, il regista riesce a trascendere dalla quotidianità per arrivare a un piano metafisico.” Il Film è già stato vincitore a cannes nella sezione “Un Certain Regard”. Menzione Speciale per la regia a Štestí (Qualcosa come la felicità) di Bohdan Sláma, una co-produzione tra Repubblica Ceca e Germania con la motivazione “per il ritratto commovente ed equilibrato di personaggi così autentici e diversi tra loro.” Il film, già premiato all'ultimo Festival di San Sebastian, è il candidato della Repubblica Ceca all'Oscar per il Miglior film straniero.
La Giuria Internazionale dei Cortometraggi, composta da Gloria De Antoni (Italia), Heinz Hermanns (Germania) e Lucia Rikaki (Grecia) ha assegnato all’unanimità il Premio Fondazione Mediterraneo (2.000 euro) per il Miglior Cortometraggio a Slavek the Shit di Grímur Hákonarson (Islanda - Repubblica Ceca – Estonia, 2005) con la motivazione “per l’originalità e l’ironia amara nel trattare un tema così crudo, e per l’eccellente recitazione degli attori, in particolare quella del protagonista maschile che sin dall’inizio ci fa appassionare al personaggio e alla storia.” Il giovane regista ha studiato cinema alla FAMU di Praga, Slavek the shit è stato il suo film di diploma, selezionato l'anno scorso a Cannes nella sezione Cinefondation. Al miglior corto, quest'anno viene assegnato anche il Premio Musicfeel, per la realizzazione gratuita delle musiche originali per il prossimo lavoro.
Sempre nella sezione Cortometraggi, la giuria ha assegnato una Menzione speciale al corto senza dialoghi Before Dawn (Prima dell'alba) dell'ungherese Bálint Kenyeres, per “la rigorosa costruzione di un piano sequenza che in pochi minuti è capace di creare un’atmosfera”, e al corto bulgaro Živut sus Sofija (La vita con Sofia) di Svetla Cocorkova – già presente nel 2004 alla Settimana internazionale della Critica del Festival di Cannes - “per la capacità del regista e degli attori di portare i personaggi e le loro emozioni più vicino al pubblico.”
La sezione dei Documentari, con una Giuria Internazionale composta da Tibor Kocsis (Ungheria), Daria Menozzi (Italia) e Agnès Wildestein (Francia), ha assegnato il Premio Alpe Adria Cinema (euro 2.500) al Miglior Documentario in Concorso a Oyun (La rappresentazione teatrale) della regista turca Pelin Esmer per “come le donne di un piccolo paese turco, che si fanno carico della dura realtà sia nel lavoro che nella loro vita familiare, riescono a trascendere questa realtà con l’apprendimento del processo della creazione teatrale. Tutte le tappe di questo processo, dalla scrittura alla definizione dei personaggi, fino alla rappresentazione finale, sono filmati con precisione e semplicità, mettendo in risalto l’umanità di queste donne, e il recupero della fiducia in loro stesse. La condizione delle donne nel 2006 è più che mai un argomento attuale, trattato in questo film con intelligenza e sensibilità. L’arte diventa così di fondamentale importanza.”
Una Menzione speciale è andata, inoltre, al documentario russo Fabrika (Fabbrica) di Sergej Loznica, “per la bellezza plastica delle inquadrature fisse immerse in una luminosità di chiaroscuri. Questo film senza dialoghi mostra la realtà di una fabbrica russa dove in apparenza non è cambiato nulla dal XIX secolo. Il lavoro alla catena di montaggio, i corpi di donne e uomini che ripetono all’infinito i medesimi gesti creano una coreografia. Si svela un senso profondo, l’umanità intera vi è rappresentata, così come la terra e il fuoco, il tempo si è fermato, pittura e cinema si riuniscono.”

Il Festival, inoltre, attraverso il suo Comitato Scientifico Internazionale, ha assegnato quest'anno per la prima volta il Premio CEI (Central European Initiative), nato per offrire un riconoscimento ad un'opera - scelta tra i lungometraggi, i corti e i documentari in concorso - prodotta in uno dei Paesi dell'INCE che meglio rappresentava la realtà contemporanea e il dialogo tra le cultura. Il Premio è stato vinto dal film bulgaro Leidi Zi (La signora Zi / Lady Zee) di Georgi Djulgerov, presentato nel Concorso Lungometraggi, con la motivazione “per aver rappresentato la realtà contemporanea in Bulgaria, in maniera realistica ma al tempo stesso poetica.”

Ulteriore Premio è stato assegnato dai voti del pubblico in sala, queste le opere più votate: Miglior Lungometraggio, “Mistrz” di Piotr Trzaskalski, Miglior cortometraggio “Das mass der dinge” di Sven Bohse, Miglior documentario “Georgi i peperudite” di Andrej Paounov.

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