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17^ edizione,
sezione:
documentari fuori concorso / documentary out of competition
IZVAN RAZUMNE SUMNJE
AL DI LÀ DI OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO / BEYOND REASONABLE DOUBT

Mina Vidaković


Croazia - Serbia - Paesi Bassi / Croatia - Serbia - The Netherlands
2005 DV, col., 52’
v.o. bosniaca - croata - serba / Bosnian - Croatian - Serbian o.v.


Sceneggiatura / Screenplay: Mina Vidaković. Fotografia / Photography: Miodrag Trajković. Montaggio / Editing: Mirko Bojović. Suono / Sound: Nenad Spasojević. Produzione / Produced by: SENSE News Agency. Distribuzione internazionale / World Sales: NPB. ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Per dieci anni, si è negato che il massacro di Srebrenica fosse avvenuto. Il Tribunale Internazionale
 per i Crimini nella ex-Jugoslavia (ICTY) l’ha giudicato un genocidio: ci sono tre rei confessi di aver partecipato all’esecuzione di più di 7.000 uomini e ragazzi e alla deportazione di quasi 30.000 civili, tutti donne e bambini. Persino il governo della Repubblica serba ha finito con l’ammettere che quello di Srebrenica è stato un crimine perpetrato dalle sue forze militari. Nonostante tutte queste prove, c’è ancora chi nega il genocidio o il numero delle vittime. C’è persino qualcuno che nega del tutto l’accaduto. Il documentario esamina le prove prese in considerazione durante il processo giudiziario, mostra le testimonianze dei sopravvissuti, le dichiarazioni dei periti forensi e le confessioni di diversi esecutori del massacro, accostandole a quelle di chi, nel tentativo di minimizzare la portata dell’avvenimento, offre interpretazioni negazioniste e revisioniste. Il titolo richiama le parole di Telford Taylor, procuratore capo al processo di Norimberga, citate all’inizio del documentario.


For ten years, the massacre at Srebrenica has been surrounded by denial. The ICTY (International Criminal tribunal for the Former Yugoslavia) has judged the crime as genocide, three men have pleaded guilty acknowledging their participation in the executions of more than 7,000 men and boys and the deportation of nearly 30,000 women and children. Even the Serbian Republic’s Government has finally accepted that Srebrenica was a crime carried out by its forces. Despite all proofs, denials about genocide, the numbers of victims or whether a crime was even committed, persist. The documentary examines evidence adduced from the judicial process, presents the testimony of victims, forensic experts and the confessions of several of the massacre’s perpetrators, side-by-side with the denials and revisionist interpretations that seek to minimize the scale of atrocity. The title refers to the words of Telford Taylor, lead prosecutor at the Nuremberg Trial, quoted at the beginning of the documentary.

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