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17^ edizione,
sezione:
concorso cortometraggi - eventi speciali / short film competition- special events
ENGRAM (BALKAN BLUES)
TRACCIA (BALKAN BLUES)

Milica Mitrović


Serbia e Montenegro / Serbia and Montenegro
2004 Digi Beta, col., 11’
v.o. serba / Serbian o.v.


Sceneggiatura / Screenplay: Milica Mitrović, Marko Popović, Iva Mitrović (basato sul romanzo di Ivo Andrić, Aska e il lupo / based on Ivo Andric’s Aska and the Wolf). Fotografia / Photography: Vladimir Simić. Montaggio / Editing: Milica Zec. Musica, suono / Music, Sound: Aleksandr Protić. Scenografia, costumi / Art Director, Wardrobe: Sanja Stojaković. Effetti speciali / Special Effects: Branko Maksimović. Interpreti / Cast: Bojan Belić, Srđan Pantelić, Paulina Manov. Produzione / Produced by: Fakultet Dramskih Umetnosti (Belgrado), Milica Mitrović.

Un giovane solitario cerca di risolvere il mistero della scomparsa di una strana ragazza che egli apparentemente ha incontrato per caso...

BALKAN BLUES
a cura di Rada Šešić

“Le storie presentate nei cortometraggi che compongono BALKAN BLUES ci parlano soprattutto di vite tormentate, del ritorno dei rifugiati, della colpa, della difficile situazione psicologica in cui si trova chi si sente intrappolato dalla vita, avvelenata dalla propaganda politica o temendo gli istinti piů nascosti, quelli di distruggere e uccidere. Č interessante notare come il tema trattato dalla maggior parte dei lavori scelti sia quello della Ricerca, che puň essere ricerca di una vera casa come nel significativo Napred-Nazad di Jasmila Žbanić e nel poetico Bubački di Igor Ivanov; ricerca di una dimensione di pace interiore all’interno della follia generalizzata nel sofisticato, seppur a tratti disturbante, Sjever je Poludio di Aida Begić; oppure ricerca di una forma di auto-riconoscimento come negli ironici Život od Milutina di Dejan Strika, Engram di Milica Mitrović e Uvozne vrane di Goran Dević. Ognuna di queste Ricerche viene rappresentata cinematograficamente in modo molto diverso, ma molte presentano i tratti comuni del lirismo e della malinconia. Anche se non si puň dire che il cinema dei paesi della ex-Jugoslavia sia un tutto unico da un punto di vista estetico, esiste tuttavia una qualitŕ specifica che permette di distinguere i nuovi film che provengono dalle diverse regioni di quest’area. Si tratta di un misto di autoironia e contemplazione amara e impietosa delle traversie degli eroi balcanici. Č una nuova generazione di giovani registi che stanno rielaborando con successo il cinema d’autore, cercando di emergere ognuno con un linguaggio cinematografico personale e con storie trattate in modo intelligente e accessibile a tutti.” (R. Šešić)


A lonely young man is trying to solve a mysterious disappearance of the strange girl that he apparently, met by chance...

BALKAN BLUES
a project by Rada Šešić

“The stories of the shorts in the program BALKAN BLUES are mainly tackling troubled lives, return of refugees, feelings of guilt, the psychological uneasiness of being trapped by life, poisoned by political propaganda or fearing hidden instincts to destroy and kill. Interestingly enough, the main theme of most of the chosen films appears to be a Quest: a quest for a true home as in expressive short fiction Napred-Nazad by Jasmila Žbanić and in a poetic Bubački by Igor Ivanov, a search for inner peace in overall madness as in sophisticated yet disturbing Sjever je Poludio by Aida Begić; or a journey to self recognition as in humorous Život od Minutina by Dejan Strika, Engram by Milica Mitrović and Uvozne vrane by Goran Dević. Each of these Quests is done in a very different cinematic manner but in most of them lyricism and melancholia prevail. Although one can not consider cinema from ex-Yugoslavia countries as an aesthetically common notion, a specific quality distinguishes the new films coming from the different parts of this region; a humour of self-irony and dark, pitiless contemplation on the misfortune of Balkan heroes. A new generation of young directors is successfully combining the authors'''' cinema approach, trying to come up with very personal cinematic language with stories being processed smartly in a more accessible way.” (R. Šešić)

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