Il grande fotografo presenterà il 23 gennaio il documentario Koudelka Shooting Holy Land di Gilad Baram 

 

 
È uno dei più grandi maestri della storia della fotografia, testimone di alcuni tra i più importanti eventi del XX secolo: JOSEF KOUDELKA, l’uomo che nel 1968 permise al mondo di “vedere” l’invasione sovietica di Praga, sarà ospite il 23 gennaio del 28. Trieste Film Festival per presentare in anteprima italiana il documentario Koudelka Shooting Holy Land di Gilad Baram.

In concorso nella sezione Art&Sound, il film offre uno sguardo da vicino e senza precedenti sul processo creativo del leggendario fotografo ceco, che il regista ha seguito nel suo lungo viaggio attraverso Israele e Palestina, dal 2008 al 2012. Cresciuto dietro la cortina di ferro, all’ombra dei muri che dividevano l’Europa nel secondo dopoguerra, Koudelka resta profondamente scosso dal muro alto nove metri costruito da Israele in Cisgiordania, e decide così di iniziare un progetto della durata di quattro anni in quella zona, che lo porterà a confrontarsi ancora una volta con la dura realtà della violenza e della guerra, in un paesaggioscolpito da muri di cemento e filo spinato che rivelano l’assurdità tragica del conflitto. L’autore del film, Gilad Baram, all’epoca assistente di Koudelka, lo segue in questo viaggio attraverso la Terra Santa da un luogo visivamente spettacolare all’altro. Ogni luogo, prima di diventare una “nuova foto di Koudelka”, svela una nuova scena e gradualmente ci introduce al metodo di lavoro di Koudelka e alla sua percezione del mondo che sta fotografando e delle persone che incontra.

“In quasi trent’anni – spiegano i direttori del Trieste Film Festival, Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo – il nostro festival ha ospitato moltissimi nomi di primo piano, grandi registi e star internazionali: eppure non possiamo nascondere l’emozione unica di avere ospite Josef Koudelka, il maestro della fotografia più libero al mondo. Siamo consapevoli di offrire alla città di Trieste l’occasione di un incontro eccezionale e siamo quindi particolarmente orgogliosi di questo. Sappiamo infatti quanto siano rare le occasioni in cui il maestro abbia presenziato ad iniziative pubbliche in suo onore. Non a caso, crediamo, Koudelka visita una terra di confine – carica di un passato tormentato ed emblematico – nel momento in cui il suo sguardo si sofferma sui nuovi muri che di nuovo dividono popoli e nazioni”.

Josef Koudelka è nato a Boskovice, in Moravia (Repubblica Ceca) nel 1938.

Dopo la laurea in ingegneria all’Università di Praga nel 1961, e mentre lavora come ingegnere aeronautico a Praga e Bratislava, inizia la sua carriera di fotografo per alcune riviste di teatro. Diventa fotografo “a tempo pieno” nel 1967, realizzando reportage sulla vita e la cultura zingara in Romania, Slovacchia e nell’Europa occidentale.

Nel 1968, appena due giorni dopo il ritorno dalla Romania, Koudelka fotografa l’invasione sovietica di Praga e il movimento di resistenza non violenta ceco. I suoi negativi, fatti uscire clandestinamente da Praga, sono pubblicati dall’agenzia Magnum a New York sotto le iniziali “P.P.” (Prague Photographer), per evitare rappresaglie contro di lui e la sua famiglia. Per questo lavoro nel 1969 Koudelka riceve in forma anonima l’Overseas Press Club’s Robert Capa Gold Medal.

Nel 1970 lascia la Cecoslovacchia e ottiene asilo politico in Gran Bretagna, dove vive per più di dieci anni. Nel 1971 entra nell’agenzia Magnum, continuando a viaggiare e fotografare in tutta Europa. Nel 1987 ottiene la cittadinanza francese e nel 1991 fa per la prima volta ritorno in Cecoslovacchia.

Nel corso della sua carriera ottiene numerosi premi, tra cui: Prix Nadar, Grand Prix National de la Photographie, Grand Prix Cartier-Bresson, Hasselblad Foundation International Award in Photography.
Le sue fotografie sono state esposte nei più importanti musei del mondo.

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Promossa in collaborazione con Sky Arte, che premierà uno dei film della sezione attraverso l’acquisizione e la diffusione sul canale, TriesteFF Art&Sound è la sezione del Trieste Film Festival dedicata ai documentari che esplorano i più diversi ambiti artistici.

Nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino (l’edizione “zero” è datata 1987), il Trieste Film Festival – diretto da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo – è il primo e più importante appuntamento italiano dedicato al cinema dell’Europa centro-orientale, che continua a essere da quasi trent’anni un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”. Più che un festival, un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell’Europa del cinema, scoprendo in anticipo nomi e tendenze destinate ad imporsi nel panorama internazionale.

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